martedì 7 aprile 2015

Il Pha That Luang a Vientiane in Laos


Il Pha That Luang letteralmente: grande stupa è un edificio religioso del Buddhismo Theravada situato a Vientiane, la capitale del Laos. È un'imponente struttura la cui cupola un tempo era coperta da lamine d'oro ed ha la funzione di reliquiario, in lingua lao tali edifici vengono chiamati thàat, gli equivalenti degli stupa indiani. Viene considerato un simbolo nazionale ed il più importante monumento dell'architettura religiosa laotiana. Lo stile esprime la natura religiosa-militare di Setthathirat I, il sovrano che lo fece erigere nel XVI secolo, in cui l'aspetto di fortezza regale si fonde con gli elementi simbolici tipici del Buddhismo Theravada. Fuori dall'entrata principale, è stata eretta una statua commemorativa del sovrano seduto sul trono con una lunga spada tra le mani, simbolo del ruolo di guardiano della fede e del thàat che fece costruire. Nel corso degli anni fu danneggiato dagli eserciti birmani, siamesi e cinesi. Un grave danneggiamento fu quello operato dai siamesi tra il 1828 ed il 1829, quando venne soffocata una rivolta indipendentista del re Anuvong e Vientiane fu rasa al suolo ed evacuata. A seguito di tale evento il thàat venne abbandonato. Capillare fu la distruzione operata dai banditi cinesi Ho, detti anche l'esercito della bandiera nera, che in cerca di un tesoro distrussero buona parte dell'edificio, compreso il pinnacolo. Fu ricostruito una prima volta in maniera approssimativa nei primi anni del Novecento dai colonizzatori francesi, che adottarono uno stile occidentale rifiutato dai laotiani. La struttura attuale risale agli anni trenta, quando gli stessi francesi lo rifecero completamente nella sua forma originale sulla base dei disegni dettagliati eseguiti 70 anni prima dall'architetto ed esploratore Louis Delaporte, che aveva scoperto il thàat sommerso dalla giungla. Durante la guerra d'indipendenza della Thailandia contro la Francia nel 1940, ancora una volta il Pha That Luang fu completamente distrutto e si e' dovuto attendere la fine della II guerra mondiale per ricostruirlo.

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