sabato 25 ottobre 2014

Non comprare rose dai bambini


Khaosan Road a Bangkok non e’ il tipo di posto che desidereste portare i vostri figli. Le striscie di luci al neon delle discoteche, degli ostelli economici e dei Burger King è ciò che appare quando si vuole rifare una strada a immagine di generazioni di turisti zaino in spalla. Nonostante questo, gruppi di bambini lalcuni di appena cinque anni di eta’ si spostano sulla scia dei turisti per vendere le rose, ma al contrario di quanto la maggior parte dei turisti credono, non sono della Thailandia ed i soldi che fanno non vanno alle loro famiglie. La maggior parte dei piccoli venditori di rose sono birmani e sono stati "acquistati" dai loro genitori, dagli intermediari che promettono loro di inviare denaro a casa ogni mese. La Mirror Foundation di Bangkok che gestisce la campagna “Stop l’accattonaggio dei bambini”, ritiene che il risultato di questo tipo di traffico, sono almeno 500 bambini che vendono rose ai turisti in Thailandia. Quelli che sono dietro a questo business, sanno che Khaosan Road è una miniera d'oro, ogni sera porta una nuova ondata di stranieri con denaro contante da bruciare, molti dei quali non sono mai stati in Asia e mai hanno incontrato l’accattonaggio dei bambini. Mentre alcuni turisti comprano le rose sconsideratamente, altri sinceramente credono che il loro acquisto stia aiutando la vita di questi bambini. Pochi sanno che in realtà, il loro denaro è ciò che li tiene schiavi. Ogni anno, centinaia di famiglie birmane sono guidate dall’estrema povertà a sgattaiolare attraverso il confine di Mae Sot, sperando in una vita migliore. Ancora una volta si stabiliscono in baraccopoli fatiscenti della città, diventando facile preda degli intermediari che forniscono i bambini al business della vendita delle rose. Ma non è solo l'ignoranza che mantiene la richiesta della vendita delle rose, alcuni turisti cercano di capire cosa sta’ succedendo e continuano a comprare i fiori in ogni caso. "Non importa dove va’ il denaro, quando un bambino si avvicina, ti guarda negli occhi e chiede soldi è davvero difficile da rifiutare. L'acquisto di una rosa può mantenere l'attività in corso, ma potrebbe anche impedire a un bambino di essere picchiato più tardi quella notte”. Se non ci fosse nessun acquirente, non ci sarebbe nessun venditore, ma se nessuno compera i fiori, quale sara’ il destino di questi bambini? La polizia e’ pienamente consapevole delle situazioni di questi bambini venditori di rose, secondo un rapporto, "gli agenti di polizia locale e a livello nazionale hanno stabilito rapporti di protezione ai trafficanti in cambio di tangenti”. Solo un paio di bambini che vendevono rose vengono salvati ogni anno. Eppure, anche quei bambini "fortunati" devono poi affrontare la lunga strada di casa. Ci vuole la collaborazione di decine di agenzie statali e dele ONG per riabilitare i bambini, individuare e valutare i loro genitori per essere riaffidati attraverso lunghe cause legali. Ma c'è un contrasto straziante, il “rifugio” dove hanno sempre vissuto quanto vendevano rose rimane il posto più bello sia perche’ si faceva tre pasti al giorno, si divertiva e si ritornava a essere di nuovo bambini. Alcuni “fortunati” che hanno trascorso più di un anno al “rifugio”, sono ritornati a Mae Sot, ora vivono in un’angusta, fatiscente baracca costruita su un laghetto di acque reflue. I due fratelli sono tornati a lavorare per la famiglia, uno raccoglie le bottiglie riciclabili dalla discarica e l’altro aiuta a ripulire un mercato vicino, guadagnano meno di un dollaro al giorno. Alla domanda su come ci si sente ad essere di nuovo a casa, dicono: "Vogliamo tornare “al rifugio”, eravamo felici lì”.

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