martedì 27 maggio 2014

I Lahu


La popolazione Lahu e’ stimata in 73,300 individui, in maggioranza stanziati nelle provincie di Chiang Mai e Chiang Rai e provenienti dal Tibet e che oggi si trovano in Thailandia, sud della Cina e Myanmar.  La parola Lahu è il termine che questo gruppo etnico usa per denominare se stesso. Gli Shan, sono una popolazione birmana, ed i thai, li chiamano Musseu ovvero abitatori dei boschi o anche cacciatori.. Emigrati dalla ex Birmania, si sono insediati in nuove terre, seguendo i loro ancestrali riti: una delegazione di anziani, trovata una località a loro congeniale, circoscrivono una determinata zona che diventa il punto centrale dove svolgere rituali e sacrifici. Intorno ad esso le famiglie possono cercarsi liberamente un posto dove costruire le case, tenendo conto dei luoghi da coltivare, delle strade e della presenza dell'acqua. Tra i Lahu l'importanza dell'anziano e il rispetto per la sua saggezza appaiono evidenti da questa e da molte altre leggi che regolano la vita di questo popolo. Un uomo per essere scelto come capo del villaggio deve infatti conoscere tutte le leggi degli anziani, oltre a provenire da una famiglia degna di rispetto (economicamente parlando) e possedere buoni principi morali, grande capacità dialettica e una mente creativa. Tutti hanno il diritto di scelta, mentre non accade lo stesso per il capo religioso, la cui elezione dipende essenzialmente dagli anziani. Le loro case sono costruite su palafitte con le pareti e persino le strutture portanti di bambù o in legno, fissate e tenute assieme con fibre di piante erbacee. Una scaletta conduce alla zona centrale aperta, con una stanza di deposito che ne impegna un quarto circa. I loro animali domestici di allevamento per la sussistenza sono il pollo, maiali ed i bufali, che spesso sono ospitati sotto la casa stessa. Al centro della casa viene conservato il fuoco sempre acceso e, nella stagione invernale, in mancanza di coperte, le stanze da letto, separate da canne di bambù, rimangono vuote perché tutti si stringono accanto all'altro intorno al calore della fiamma. La loro economia è la stessa degli Akha, mentre la loro religione è fondata sugli spiriti della jungla e negli alberi (animisti anch’essi, ma con credenze differenti rispetto agli Akha) altri gruppi sono invece cristiani (convertiti dai gesuiti e dai camilliani 200 anni fa circa). I Lahu vivono a circa 1000 metri di altitudine e sono abilissimi cacciatori (arco e frecce + trappole varie) e infatti il termine tailandese “ Musoe” è derivato da un termine birmano che tradotto in italiano significa: “Cacciatore”. La loro cultura di agricoltori nomadi, con il taglio di appezzamenti della foresta e conseguente combustione come fertilizzante, non riesce a fornire loro il necessario sostentamento, e tanto meno l'arricchimento per la formazione futura dei loro bambini, per dare loro cure mediche sufficienti e superare le amenità riservategli, rispetto ad una vita “moderna”. La gente appartenente all’etnia dei Lahu si trova nelle montagne della Cina, di Myanmar (Birmania), del Laos e della Tailandia del Nord nelle province nordiche di Chiang Mai, Chiang Rai e Mae Hong Sorn. Ci sono circa 25000 Lahu che attualmente vivono in Tailandia. La vita comunitaria è molto ben organizzata. Quando il tamburo rieccheggia tra le case vuol dire che l'anziano del villaggio vuole richiamare l'attenzione delle famiglie: c'è una decisione comunitaria da prendere e un rappresentante per ogni famiglia deve partecipare al raduno. Anche i lavori sono ben distribuiti, la pulizia mensile dell'intero villaggio è affidata ad un gruppo responsabile. Le donne fanno lavori di cucito a mano, tessono borse di stoffa e si occupano dei mestieri di casa. Gli uomini, specialmente gli anziani, confezionano ceste di vimini. Anche i bambini non sono esenti da responsabilità. Già verso i due e tre anni cominciano ad essere autosufficienti; attingono l'acqua per le necessità personali e si fanno il bagno da soli. Verso i sette anni sono già capaci di preparare il cibo per i genitori che lavorano nei campi e hanno cura dei fratellini più piccoli. Come ogni comunità, anche i Lahu, sono ricchi di curiose credenze; quando hanno il mal di testa, ad esempio, per sentirsi meglio si strappano i capelli. Per acquistare più forza poi, hanno un metodo molto particolare; vanno sui monti in cerca di una speciale terra rossa che portano a casa e conservano sotto la brace del focolare. Quando è asciutta, acquista un sapore particolare che la rende mangiabile. L'argilla contenuta in essa fa diventare rossi i loro denti ed è proprio per questo che coloro che se ne cibano credono di acquistare più forza nel lavorare. Ci sono quattro tribù all'interno dei Lahu: quella dei Neri, rossi, gialli e dei Lei-Leh. Le donne dei Lahu sono esperte nella tessitura del panno. Le donne dei “Lahu neri”, portano i costumi più distintivi all'interno di queste tribù. Hanno un mantello nero con le bande crema diagonali. La parte superiore del manicotto è decorata nei colori sgargianti di colore rosso e giallo. Le donne dei “Lahu rossi” invece, portano i pantaloni neri con l’ “edging” bianco ed i manicotti colorati di vaste bande rosse e blu. Tutte le altre tribù di Lahu completano i loro costumi tradizionali con il “sarong” e la camicia tailandese. Gli uomini e le donne fanno assieme molti dei cestini più “fini” che possiamo facilmente trovare dovunque in Tailandia. Gli uomini dei Lahu producono inoltre eccellenti strumenti musicali ed altri articoli fatti di legno, di bambù e di rattan.

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