lunedì 28 aprile 2014

Il tempio delle tigri a Kanchanaburi

 
Un luogo in cui i felini più temuti si trasformano in micioni. E’ il Wat Pha Luang Ta Bua (il tempio delle Tigri), un luogo sacro per la religione buddista che si estende su 12 ettari di foresta a Saiyok nel distretto di Kanchanaburi, in Thailandia, a circa 170 chilometri da Bangkok e 40 dal confine con il Myanmar. I monaci vivono pacificamente insieme ad un centinaio di tigri, la maggior parte delle quali nate e cresciute tra le mura del monastero o salvate dai cacciatori in cerca della loro pregiata pelliccia. Forse a causa delle abitudini casalinghe, in questo contesto emerge il lato più affettuoso e giocherellone dei felini, che qui si lasciano accarezzare e coccolare senza problemi. Prima di diventare un’attrazione turistica si trattava di un monastero come tutti gli altri nei quali, secondo la religione Thereada (la più antica branca del buddismo), vengono curati gli animali oltre alle persone. Nel 1999 in questa parte della provincia di Kanchanaburi alcuni abitanti del luogo trovarono nella foresta un cucciolo di tigre gravemente ferito. I genitori probabilmente erano stati uccisi dai bracconieri. Venne portato al tempio Wat Pha Luang dove i monaci lo curarono, anche se pare che morì poco dopo. Nelle settimane successive, quasi per caso, arrivarono altre due piccole tigri in condizioni migliori che rimasero a vivere con i monaci. In breve, quando cominciò a circolare questo racconto, vennero portati nel monastero altri cuccioli malati o rimasti orfani, non solo dal circondario ma anche da altre parti della Thailandia. Si tratta perlopiù di tigri indocinesi, una specie in via d’estinzione che qui viene salvaguardata e protetta. Da alcuni anni i felini del tempio sono seguiti anche da un’associazione di volontariato. Il costo del biglietto (circa 15 euro) viene destinato alle spese di pulizia e mantenimento degli animali, che costa circa 750 euro al giorno. Il tempio apre le visite alle 12 e chiude alle 15:30, a quest’ora il portone viene sbarrato ed è impossibile accedere al monastero. Le tigri scorrazzano liberamente nel cortile circondato da un muro di 2 metri. Con un po’ di cautela, e stando molto attenti a passare dietro alle tigri e mai davanti, ci si può avvicinare e accarezzare questi enormi felini. Se si sentono a proprio agio, è probabile che alcuni di loro si distendano zampe all’aria per farsi grattare la pancia come farebbe un gatto domestico. Toccare con le proprie mani un animale del genere è un’esperienza unica, che sembra quasi impossibile. Verso le 13 le tigri vengono portate in un vicino canyon dove rimangono fino alle 16 per essere poi riportate alle loro gabbie, in cui trascorrono la notte. Uno alla volta, i turisti vengono fatti avvicinare agli animali per farsi fotografare. Per chi non vuole aspettare il proprio turno, pagando circa 20 euro si possono realizzare più scatti durante l’incontro ravvicinato. I monaci e i volontari tengono costantemente la situazione sotto controllo e sono pronti a intervenire nel caso in cui le tigri dovessero innervosirsi per l’eccessiva presenza di estranei. Si tratta comunque di un predatore il cui istinto è difficile da placare. Le tigri vengono abituate a mangiare carne cotta o grosse quantità di cibo per gatti, in modo da non far conoscere loro il gusto del sangue ed evitare che possano mettersi in cerca di possibili prede. A quanto pare il sistema funziona, dato che questi felini non sembrano dare importanza a maiali semiselvatici, mucche, daini e galline con cui condividono il verde del tempio. Ogni mattina gli animali vengono portati a fare lunghe passeggiate durante le quali giocano e, soprattutto, si stancano. Un altro modo per tenerle a bada ed evitare che possano creare problemi ai turisti e nel monastero. Verso le 5 del pomeriggio vengono portate a fare il bagno in un laghetto nei pressi del tempio. Pagando circa 50 euro è possibile andare con loro a piccoli gruppi e giocare nell’acqua (ovviamente è necessario un cambio di vestiti dopo questa esperienza). Chi invece è intimidito dalla stazza delle bestie (che possono arrivare a 3 metri di lunghezza e 250 chili di peso, senza contare denti e unghie) può anche restare per tre quarti d’ora nelle gabbie dei cuccioli, sempre assieme ai volontari, e dar loro da mangiare (circa 30 euro). Nel monastero vigono alcune norme di comportamento ma anche di rispetto nei confronti dei monaci che vivono isolati tra le montagne, anche se ormai il tempio è diventato un posto molto più frequentato rispetto a qualche anno fa. Bisogna evitare colori sgargianti che potrebbero attirare troppo l’attenzione delle tigri (sembrano però abituati al colore arancione delle tuniche dei monaci e al viola delle magliette dei volontari) ed è sconsigliato portare oggetti penzolanti (come le macchine fotografiche) perché prenderli a zampate potrebbe diventare il gioco preferito di questi animali. Alle donne viene inoltre chiesto di evitare magliette troppo scollate o gambe scoperte. Secondo un rapporto della Care for the Wild e' invece non più di uno zoo per far soldi dove le tigri vengono maltrattate e fatte soffrire ogni giorno. Con l' intento di scoprire se davvero il Tempio sia o meno un luogo caritatevole e che difende e tratta le tigri in maniera appropiata, l'organizzazione ha stilato questo rapporto che rivela la verità:
Benessere degli animali
- Le Tigri sono tenute in spazi angusti molto al di sotto degli standard internazionali.
- Le Tigri sono tenute in gabbia la maggior parte del tempo.
- Le Tigri sono picchiate, percosse tenute sedute a forza e forzate a esibirsi per il pubblico.
Sicurezza dei turisti
-I turisti devono firmare una "esclusione di responsabilità" all' ingresso che toglie ogni responsabilità, e la richiesta di risarcimento, per eventuali ferite o incidenti avvengano con le Tigri.
-Non esistono zone sicure, sistemi di allarme o di emergenza visibili al pubblico.
-L'unico consiglio sulla sicurezza dato, prima di entrare, è ""se correte davanti a una Tigre la vostra diventerà una pessima giornata."
Falso marketing
Il Tempio è sia un Santuario che una NGO, organizzazione non governativa, riconosciuta per la conservazione della specie ma tutto quello che viene pagato al tempio diventa una donazione. Nessuna Tigre è mai tornata al suo ambiente naturale o in areee protette.
Il Tempio, insieme alla Thai Tourist Board dice di avere 17 Tigri, sette delle quali orfane, ma secondo lo staff del Tempio ce ne sono almeno 114 allevate al solo scopo di farci un profitto.
Il Tempio delle Tigri ha un guadagno stimato in 1 milione di Dollari all' anno, ma non esistono evidenze che questi soldi vadano ad uso della conservazione delle Tigri.
Rischi con l' assicurazione
I visitatori del Tempio in molti casi non vengono coperti delle assicurazioni di viaggio per incidenti avvenuti all' interno di esso, essendo le premesse di una attività pericolosa e quindi non coperta.
Firmare una liberatoria e praticare una attività ad alto rischio, come ad esempio fare una fotografia di fianco ad una Tigre, porta al non poter chiedere nessun tipo di risarcimento.
Il Tiger Temple non è altro che un glorificato zoo dove rischi di rimanere ferito o peggio, mentre contribuisci a alla sofferenza di di uno dei più magnifici animali presenti sulla terra. I fatti riportati non vogliono fermare alcune persone da andare al Tempio delle Tigri e postare la foto della loro vita su Facebook con una tigre, quella è una loro scelta. Ma crediamo che questa non sia la via in cui gli amanti degli animali vogliono vedere trattate le tigri.

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